mercoledì 18 gennaio 2012

AUMENTANO I CASI DI CORRIDORI COLPITI DA ARRESTO CARDIACO


mercoledì 18 gennaio 2012

Una recente ricerca dimostra che un numero sempre maggiore di maratoneti è colpito da infarti. Troveremo sempre qualcuno pronto a fornire spiegazioni tanto rassicuranti quanto speciose, ma non saremo molto lontani dal vero, se penseremo che l’aumento degli attacchi cardiaci fra gli atleti possa essere ricondotto alla dispersione, tra gli altri veleni, di bario, il metallo pesante che indebolisce i muscoli… ed il cuore è un muscolo. Il noto detto latino “mens sana in corpore sano” (ma in Giovenale l’espressione possedeva un significato diverso da quello che gli si attribuisce oggi) ha ormai assunto una valenza ironica: sono proprio gli sportivi, soprattutto quelli che praticano attività agonistica all’aperto, a rischiare di più. Il ritmo respiratorio più veloce, associato ad una maggiore inspirazione d’aria (contaminata da nanoparticolato metallico e polimeri) implica le conseguenze che si possono facilmente immaginare. Per quanto riguarda la sanità mentale, infine, è sufficiente scorrere codesta lista per vedere dov’è finita.

Il rischio di arresto cardiaco durante una maratona o una mezza maratona è solitamente basso, ma, negli ultimi dieci anni, è significativamente aumentato. Lo afferma uno studio statunitense appena pubblicato sul “New England Journal of Medicine”. Secondo i ricercatori, gli uomini corrono un rischio maggiore rispetto alle donne. Gli studiosi asseriscono che rappresentano un pericolo maggiore per le arterie e il cuore le maratone rispetto alle mezze maratone.

"I risultati suggeriscono che i corridori ed i loro medici devono rendersi conto che le malattie cardiache possono prendere piede anche su atleti che sembrerebbero essere il ritratto della salute", ha spiegato Aaron Baggish, coautore dello studio e medico del Massachusetts General Hospital. "Essere un corridore è uno dei modi migliori per rimanere in buona salute e ridurre il rischio di malattie, ma ovviamente non garantisce una protezione dalle malattie al 100 per cento", ha aggiunto. "Le persone che riscontrano maggiori difficolta' sono quelle con disturbi congeniti o che hanno comunque sviluppato questo tipo di disturbi durante il normale processo di invecchiamento".

La partecipazione alle gare sulla lunga distanza è rapidamente aumentata negli ultimi anni. Solo negli Stati Uniti la partecipazione alle maratone (42 km) è quasi raddoppiata negli ultimi dieci anni, arrivando a coinvolgere nel 2010 circa 2 milioni di persone. I risultati della ricerca sono basati su un archivio che ha riunito tutte le maratone e mezze maratone svolte negli Stati Uniti da gennaio 2000 fino al maggio 2010, arrivando a comprendere informazioni su 10,9 milioni di iscritti.

In tutto, sono stati diagnosticati 59 casi di arresti cardiaci, 42 dei quali fatali; il che significa un rischio di uno su 184.000 corridori, con un rischio di morte improvvisa di uno su 259.000. "Una percentuale complessivamente bassa", ha detto Baggish. Il rischio di arresto cardiaco è stato di cinque volte superiore negli gli uomini rispetto alle donne, triplicando negli ultimi cinque anni di studio. "Tende a cimentarsi a questo tipo di gare anche gente che è stata precedentemente sedentaria ed è chiaro che in questi casi prevalgono fattori di rischio cardiovascolare maggiori", ha concluso.


Fonte: ecplanet

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